Oggi l’Arte é un carcere
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Oggi l’Arte é un carcere.
Sotto forma di domanda questa frase fu posta nel 1981 da un artista argentino che inviò un foglio bianco a 200 persone per preparare un convegno sul tema a Palermo. Oggi non esiste più questo interrogativo. L’arte è un carcere. Le chiavi sono detenute nelle mani di un capitale e di un mercato che gestisce ogni ora d’aria e ogni spazio di sopravvivenza. MA…
Ma oggi una grande massa di persone che fanno arte davvero, anche con la difficoltà di riconoscersi nella parola artista, è in azione, in clandestinità per il mercato eppure sotto gli occhi di tutti. Street artisti e writer, serigrafi e realizzatori di stencil, muralisti e video mapper, fumettisti e small press: siamo ovunque imprendibili e raggiungibilissimi, in mostra e completamente invisibili. Questo popolo di individui di persone di generi e di differenze si muove attraverso gli spazi urbani e i paesaggi, rivendica il diritto alla sperimentazione e alla elaborazione fuori dal dettato dello stile, della scuola e della narrazione. Questa molteplicità si muove attraverso gli spazi che negli anni sono sfuggiti al meccanismo di produzione di rendita e di consumo che ha reso impraticabili enormi settori del tessuto urbano. Questi spazi sono i Centri Sociali, luoghi che noi come movimento abbiamo strappato alla rendita con un lavoro continuo minuzioso attento di preservazione dei valori culturali locali costruendo reti e tracciando orizzonti.
I Centri Sociali sono i serbatoi delle visioni possibili, della differenza e della possibilità di mondo fuori da un tracciato prestabilito di consumo. CRACK! Festival è parte di questa zona di mondo, è composto dalle molecole più imprevedibili e multiformi di questa indisponibilità al progetto del capitale. CRACK rivendica questa posizione e rivendica il diritto ad una Arte fuori dal carcere. Un’Arte della condivisione e del network, un’Arte che ha bisogno di spazi APERTI per muovere la sua capacità di critica e di processo. Per generare e rigenerare gli sguardi inquieti di chi non ha mai vinto, certo, ma non si è mai dato per vinto. Per questo CRACK! si allea ancora con più forza al percorso degli spazi che non accettano chiusura e separazione, che propongono comunità e cooperazione, condivisione e partecipazione. Spazi cui abbiamo diritto come ne abbiamo di respirare e di parlare. Spazi cui partecipiamo con tutte le visioni possibili. Spazi che il capitale, con il supporto delle politiche governative, oggi più che mai pone sotto scacco, destinando questi luoghi allo sgombero, all’abbandono, alla chiusura alla separazione dal tessuto urbano. Una scelta di chiusura che non riguarda solo gli spazi urbani, ma quelli aperti del mare e quelli immaginari e di pensiero, la stessa possibilità di espressione di una visione altra dell’esistenza.
Non possiamo che prendere una posizione di liberazione e di apertura di fronte a questo ritorno all’ordine e alla carcerazione preventiva delle sensibilità e delle forme di vita: CRACK! supporta il corteo cittadino del 22 giugno alle 16,00 da piazza Vittorio, per una città aperta e contro gli sgomberi, Roma non si chiude!
CRACK! APERTO, come deve essere ogni spazio della città, giugno 2019
[ENG]
Today Art is a prison. In the form of a request, this sentence was put in 1981 by an Argentine artist who sent a blank sheet to 200 people to prepare a conference on the subject in Palermo. Today this question no longer exists. Art is a prison. The keys are held in the hands of a capital and a market that manages every hour of air and every space of survival. BUT…
But today a great mass of people who really make Art, even with the difficulty of recognizing themselves in the word artist, is in action, working underground as for the market and yet under the eyes of all. Street artists and writers, screen printers and stencil makers, muralists and video mappers, cartoonists and small presses: we are everywhere uncatchable and very reachable, on display and completely invisible. This population of individuals of genres and differences moves through urban spaces and landscapes, claims the right to experiment and to elaborate out of style, school and storytelling. This multiplicity moves through the spaces that over the years have escaped the mechanism of production of rent and consumption that has made impractical huge sectors of the urban fabric. These spaces are the Squats, places that we as a movement have ripped from rent with a continuous, meticulous, careful work of preserving local cultural values, by building networks and drawing horizons.
The Squats are the reservoirs of possible visions, of difference; the possibility of a world outside a pre-established pattern of consumption. CRACK! Festival is part of this area of the world, it is composed of the most unpredictable and multiform molecules of this unavailability to the capital project. CRACK claims this position and claims the right to an Art out of prison. An Art of sharing and networking, an Art that needs OPEN spaces to move its capacity for criticism and process. To generate and regenerate the restless looks of those who have never won, of course, but also never gave up. For this CRACK! it is even more strongly allied to the path of spaces that do not accept closure and separation, which offer community and cooperation, sharing and participation. Spaces we are entitled to, as we have the right to breathe and speak. Spaces in which we participate with all possible visions. Spaces that the capital, supported by the government policies, today more than ever it puts them in check, assigning these places to the evacuation, to the abandonment, to the closure and separation from the urban fabric. A closing choice that does not only concern urban spaces, but the sea’s open ones, imaginary and thoughtful ones. It concerns the possibility itself of expression, of another vision of existence.
We cannot but take a position of liberation and openness in the face of this return to order and preventive imprisonment of sensitivities and life forms: CRACK! supports the city rally on June 22 at 4:00 pm from Piazza Vittorio, for an open city and against evictions, Rome does not close!
CRACK! OPEN, as every urban space should be, June 2019